Il film “Togo: una grande amicizia” racconta una straordinaria avventura basata su eventi reali, centrata sulla figura di un cane da slitta e del suo addestratore durante la corsa al siero di Nome del 1925. Questo racconto di eroismo e dedizione mette in luce il legame tra un uomo e il suo fedele amico a quattro zampe, Togo, che sfida condizioni climatiche proibitive per salvare vite umane. Il film, diretto da Ericson Core e distribuito da Disney+, offre uno spaccato di storia emozionante, riscoprendo un eroe spesso trascurato nell’ombra.
- Togo e la staffetta del siero: La corsa al siero di Nome del 1925 è stata un’impresa eroica per salvare la popolazione colpita da epidemia.
- Leonhard Seppala e Togo: Il legame tra il musher e il suo cane è centrale nella narrazione del film, evidenziando la loro determinazione.
- L’importanza storica di Togo: Nonostante la sua bravura, Togo rimase nell’ombra rispetto ad altri cani protagonisti della missione, come Balto.
Un’epopea di amicizia e coraggio: la storia di Togo
Questa sera, su Rai 1, andrà in onda il film “Togo: una grande amicizia”, un’opera cinematografica ispirata a eventi reali che risalgono agli inizi del XX secolo. Diretto da Ericson Core e distribuito da Disney+ nel 2019, questo film racconta una straordinaria avventura che coinvolge un cane da slitta e il suo guidatore durante una missione eroica.
La vera storia di Togo e Leonhard Seppala
Il film narra le gesta di Togo, un coraggioso husky siberiano, e del suo addestratore Leonhard Seppala. In gennaio del 1925, la città di Nome in Alaska dovette affrontare un’emergenza sanitaria a causa di un’epidemia di difterite che minacciava la vita di molti, specialmente dei bambini. A causa delle condizioni climatiche estreme, con temperature che scendevano sotto i -40°C e venti gelidi, l’unica soluzione praticabile era la trasmissione del siero salvavita attraverso cani da slitta.
Una corsa contro il tempo
Per portare il siero a Nome, furono organizzate staffette composte da musher e i loro cani, pronti a sfidare intemperie e pericoli. Tra i vari team, quello di Leonhard Seppala e Togo affrontò il percorso più difficile e rischioso. Nonostante l’età avanzata di Togo, dimostrò una capacità straordinaria e un’inesauribile determinazione.
La traversata eroica di Seppala e Togo
- Il team di Seppala percorse oltre 420 chilometri attraverso il mare di Norton Sound, dove il ghiaccio sottile costituiva un grave pericolo.
- Togo, con il suo coraggio, guidò il gruppo, evitando incidenti fatali e mantenendo tutti al sicuro.
Il riconoscimento tardivo di Togo
Nonostante il notevole contributo di Togo e Seppala, fu il cane Balto a diventare il simbolo della missione, consegnando il siero a Nome e guadagnandosi il rispetto e la celebrità , culminati con la costruzione di una statua a New York in suo onore. Solo anni dopo il sacrificio di Togo iniziò a ricevere giustizia, grazie a documentari e pubblicazioni che ne hanno celebrato il ruolo cruciale.
La vita dopo l’impresa
Dopo la storica corsa, Togo non visse con Leonhard come narrato nel film, ma fu affidato a Elizabeth Ricker, una musher amica, dove trascorse il resto della sua vita fino alla morte nel 1929. Seppala, in varie interviste, lodò sempre il suo amico a quattro zampe, considerandolo il migliore cane mai avuto. Fu presente anche nell’ultimo momento della vita di Togo, dimostrando un legame indissolubile tra uomo e animale.
Nell’intenso racconto del film, interpretato da Willem Dafoe, Seppala si trova a dover affrontare una tempesta imminente mentre porta il suo amato Togo in un viaggio pericoloso. Questa pellicola non solo celebra il coraggio, ma offre anche una profonda riflessione sui legami che uniscono gli esseri umani ai loro animali.